domenica 16 gennaio 2011

L'uomo verde d'alghe ovvero Baciccin Tribordo

Baciccin calato nella scialuppa e solo in mezzo al mare.....

C'era una volta, in un piccolo Regno affacciato sul mare, un Re disperato.
La sua unica figlia, la Principessa Reale, 
un bel giorno era sparita nel nulla, 
non lasciando alcuna traccia di sè.
Il Re aveva provveduto ad offrire una lauta ricompensa, oltre alla mano della giovane, a chi fosse riuscito a ritrovarla e a riportarla sana e salva nel suo Regno.Tutti i giovani più prestanti si erano impegnati in lunghe ricerche per Terra ma nessuno ancora aveva pensato di cercarla per mare...
"E' troppo pericoloso" dicevano, "non si sa mai cosa può succedere una volta lontani da terra... e se arrivasse una tempesta? Un mostro marino? 
E se il vento ci portasse fuori rotta facendoci perdere nella vastità del mare? No, no, non si può andare per mare a caso cercando qualcuno, in mare si va per pescare, per commerciare su rotte ben conosciute, al limite per combattere contro i nemici, ma così...."
Un capitano esperto in rotte commerciali ed avvezzo all'arte  degli affari però, aveva fiutato un'opportunità per arricchirsi e diventare il futuro sovrano. Decise quindi di avventurarsi per mare con la sua nave in cerca della Principessa.
"La prima cosa da fare è mettere insieme una ciurma!" disse pieno di autorità da comandante.
 Ma cerca di qua, cerca di là, nessun marinaio era disposto ad andare con lui.
Dopo che ebbe cercato e chiesto e girato per tutto il regno, il capitano adocchiò uno strano marinaio: era Baciccin Tribordo.
 Era come sempre molto ubriaco e si trastullava fuori dall'osteria da cui l'avevano buttato fuori per l'ennesima volta. Era tutto fuorchè presentabile.
"Verresti sulla mia nave alla ricerca della Principessa?"
Gli chiese il capitano.
"Perchè no?"
rispose Baciccin 
"Tanto qui non mi fanno più entrare..."
E così Baciccin fu il primo a salire sulla nave, portandosi dietro alcuni marinai che, vedendolo, avevano preso coraggio e avevano deciso di tentare.
Una volta a bordo, Baciccin non faceva, come al solito, che ubriacarsi, dormire e ciondolare sghembo per tutta la nave, senza riuscire a fare nessun lavoro utile...
Gli altri marinai cominciarono a lamentarsi con il capitano e nessuno lo sopportava più.
"Baciccin"
disse un giorno il capitano
"scendi nella scialuppa e và ad esplorare quello scoglio che si vede in lontananza..."

Appena Baciccin fu nella scialuppa, il comandante diede l'ordine di allontanarsi e lo abbandonò, solo, in mezzo al mare.
Se Baciccin si accorse o meno dell'accaduto, ubriaco com'era,  non ci è dato sapere...
Comunque, a bordo della sua scialuppa, si avvicinò allo scoglio indicatogli dal capitano, ancorò la barca e scese a dare un'occhiata.
Sullo scoglio vide una grotta e senza tanto pensare ci entrò dentro.
Era buia e umida e in fondo in fondo, legata con una catena di ferro...stava la Principessa!
"Come hai fatto a trovarmi?"
"Così...., andavo a caccia di polpi..."
rispose Baciccin.
"Allora ti farà piacere sapere che è stato proprio un polpo gigante a rapirmi e ora mi tiene qui prigioniera.
Ma per tre ore al giorno,da polpo si trasforma in triglia, poi in gabbiano e alla fine vola via..."
"Intanto ti sciolgo dalla catena"
disse Baciccin, "poi si vedrà."
Quando il polpo arrivò , Baciccin attese che si trasformasse in triglia e la pescò con la sua rete.
Mentre stava per ucciderla però, si accorse che la triglia si stava già trasformando in gabbiano, così la colpì con un remo impedendogli di volare via. "Grazie mio salvatore!" esclamò la Principessa.
"Voglio donarti questo anello reale per dimostrarti la mia gratitudine." 
Baciccin, che era di poche parole, si mise  l'anello prezioso di diamanti luccianti al mignolo,
prese la Principessa per mano e disse:" Ora ti riporto da tuo padre, andiamo".
Salirono sulla scialuppa e si misero in viaggio...
Dopo un pò scorsero una nave in lontananza: era la nave del capitano che aveva abbandonato Baciccin in mezzo al mare...
La nave si avvicinò e il capitano non credette ai suoi occhi quando vide la Principessa insieme a Baciccin Tribordo.
"Cara Principessa, non vorrete mica dire a vostro padre di essere stata ritrovata da quell'ubriacone poco di buono...Ditegli che sono stato io a ritrovarvi e che lui ha soltanto eseguito i miei ordini..."
La Principessa, poco convinta, gli rispose che avrebbe saputo lei  cosa dire al momento opportuno.
Il capitano, per sentirsi più sicuro, fece ubriacare per bene Baciccin, aspettò che si addormentasse del sonno pesante e senza ritorno causato dal vino e lo gettò in mare....
Arrivati a terra, il Re organizzò una formidabile parata, balli, banchetti e chi più ne ha più ne metta e naturalmente diede per scontato che il valoroso che aveva trovato sua figlia fosse il capitano. 
Il giorno delle nozze, il corteo stava sfilando per il centro del paese quando qualcosa di veramente inquietante accadde:
un essere irriconoscibile, coperto di alghe verdi viscide e melmose , si avvicinava tranquillo verso il corteo spaventando tutti.
Ma aveva qualcosa che brillava di una luce chiara e sfavillante e più si avvicinava , più la luce aumentava.
"Il mio anello!" gridò la Principessa. "E' lui che mi ha salvato, padre. E' lui che mi ha trovato su uno scoglio sperduto, mi ha liberato dalla prigionia e dal terribile mostro che mi teneva incatenata in una orrenda grotta. Io gli ho donato l'anello. 
Lo riconosco!"
A queste parole il Re si rivolse pieno di rabbia al capitano
"Come hai osato prendermi in giro? Pensavi di farla franca e riuscire a sposare mia figlia indegnamente? Per tutto questo sarai punito!" 
Fece salire il capitano sulla piccola scialuppa e lo spedì in mare bandendolo per sempre dal suo Regno.
Baciccin prese il posto del capitano nel corteo nuziale così com'era e si sposò con la Principessa.
Lei bianca come la Luna, lui verde come il Mare.

leggi: Baciccini Tribordo come non amarlo?

Baciccin Tribordo, come non amarlo?

Leggi la Fiaba Baciccin Tribordo


Cosa mi attira di più in questa fiaba? Cosa mi fa tornare a leggerla più e più volte, come i bambini che pretendono innumerevoli ripetizioni dello stesso racconto?
Sono molti gli elementi che mi parlano: il mare vasto e pericoloso ma salvifico, una principessa scomparsa, uno scoglio sperduto e una grotta buia. Le trasformazioni del "mostro"e soprattutto il protagonista.
Come non amarlo?
Baciccin è speciale: non solo perchè si ubriaca e vive in un mondo tutto suo, ma perchè in quel suo essere fuori dagli schemi comuni ed in quel suo persistere nell'essere sempre ciò che è nonostante non venga accettato dai suoi simili, egli esprime qualcosa che gli appartiene profondamente e che lo guiderà alla soluzione del problema. Baciccin non si preoccupa mai di quel che farà, di come agirà, di cosa penseranno gli altri ma agisce spontaneamente in ogni situazione manifestando se stesso senza paura o vergogna per ciò che è.
Forse rappresenta la parte di noi più spontanea, meno costruita e quindi più vicina alla nostra profondità ed istintività... e per questo tutti lo evitano. Tutti fuorchè una persona: la Principessa.
Solo lei lo riconosce subito come colui che l'ha trovata e lo riconosce per il suo valore intrinseco, lo stesso che ha portato Baciccin ad essere  abbandonato dai suoi simili ed allo stesso tempo a trovare il nascondiglio sullo scoglio. E tutto senza alcuna intenzione diretta da parte sua. Come se agendo se stesso, tutto avvenisse spontaneamente.( Un Eroe del Tao?...)
Baciccin non riconosce infatti a se stesso alcun merito per il ritrovamento della principessa
(-così...., andavo per polpi...) ma attende che il mostro ritorni e si trasformi in un animale colpibile.
Il capitano forse si sarebbe subito scagliato contro il polpo gigante per abbatterlo in maniera plateale....Baciccin invece, attende e rispetta le regole di ciò che non conosce.
Quando il capitano lo troverà in mare con la principessa, la sua invidia e il suo disprezzo saranno enormi. Cercherà di convincere la principessa a farsi indicare come eroe e poi butterà a mare Baciccin dopo averlo fatto ubriacare, dopo aver approfittato della sua "debolezza". Ma la debolezza del marinaio è solo apparente: infatti, il mare lo salva , lo rende un pò una sua creatura ricoprendolo di alghe e lo riaccompagna a riva dove raggiungerà il corteo nuziale e sarà riconosciuto dalla principessa grazie allo sfavillio dell'anello da lei donatogli. L'anello forse è il simbolo del valore riconosciuto, forse della coscienza che accoglie la profondità e ne assume la preziosità in tutte le sue manifestazio ni.Il re infatti, simbolo di tutto ciò che è ufficiale, grazie al segno lasciato dalla principessa al marinaio, lo accoglie pubblicamente rendendo possibile l'unione fra la luce bianca della principessa (conoscenza e illuminazione) e il colore degli abissi marini ( verde come la profondità della natura). Il capitano invece, lontano dall'accoglienza degli opposti e impedito all'unità dalla più gretta vanità, sarà consegnato al mare . Per non farne più ritorno.
Ogni cosa al suo posto.
Dulcamara

venerdì 7 gennaio 2011

Premessa e libere riflessioni su: La Baba Jaga

Premessa
Non è mio desiderio fare di questa sede un luogo di analisi o di studio razionale sulle fiabe presentate. Per questo esistono centinaia di bellissimi libri dedicati che offrono numerosi spunti in relazione alla simbologia analizzata , sia essa psicoanalitica, storica,antropologica ecc..
Le fiabe comunicano il loro messaggio segreto prima di tutto a livello inconscio,interiore,passando attraverso il linguaggio delle immagini,della fantasia,dei simboli antichi e archetipici che contengono e quindi non vanno analizzate se non in un secondo tempo e per amore di conoscenza: il pericolo sarebbe di limitare in qualche modo il messaggio rivolto a noi personalmente , filtrato solo dalla nostra esperienza unica e individuale per abbracciare contenuti che appartengono al percorso di qualcun altro, all'analisi di una qualche scuola di pensiero predefinita , o corrente culturale.
In questo modo la nostra percezione sarebbe privata della sua speciale unicità , e ciò che sentiamo di dover assorbire da una certa fiaba e che accogliamo inconsapevolmente,verrebbe sostituito da verità che, anche se interessanti, potrebbero non appartenerci completamente...
Così mi limiterei a sottolineare ciò che in questa fiaba colpisce me personalmente, senza tracciare un'interpretazione nè un'analisi definita e lasciando libero ciascun lettore di fare la stessa cosa..


E' bello sapere il perchè una fiaba ci attrae..quali sono gli elementi che catturano la nostra immaginazione e si sposano con i nostri sogni..ma in maniera libera , spontanea,lasciando che la magia faccia la sua parte e ci parli , ci nutra ,ci educhi alla realtà dentro e fuori di noi.
Mi piacerebbe inoltre conoscere altre verità e altre impressioni su questa fiaba. Impressioni e riflessioni libere e spontanee da altri lettori per condividere ciò che è stata la nostra esperienza magica di immersione nella fiaba..

la spaventosa casa di Baba Jaga e la tremenda Signora....


Leggi la Fiaba La Baba Jaga

Riflessioni su La Baba Jaga
Fra tutte le streghe che popolano il mondo delle fiabe , la Baba Jaga rappresenta forse l'aspetto più terribile della figura di strega  anzi, a mio avviso ,rappresenta molto di più di una semplice strega:è una creatura che racchiude il sinistro potere del principio e della fine delle cose , della nascita o della morte, del tempo che passa.E' L'arcano potere femminile che regna sovrano sui misteri della morte e della vita, sulle leggi incomprensibili e crudeli della Natura ma anche il potere della conoscenza di ciò che è oscuro,nascosto e segreto.La Baba Jaga pasteggia quotidianamente con la morte di qualcun altro,si muove tra i mondi dentro il mortaio terribile con cui pesta le ossa di chi le si avvicina troppo quasi a sottolineare il pericolo della sua presenza se ci si avvicina senza il dovuto timore e rispetto e coscienza di ciò che lei rappresenta.
E questa coscienza è ben presente nella piccola Anja ,che si vede costretta per necessità ad avvicinarsi ed a chiedere proprio alla figura più paurosa  che lei possa immaginare.Anja si aspetta costantemente di venire divorata e i suoi approcci sono umili tentativi di avvicinamento e di conoscenza.Per questo non viene divorata immediatamente ma viene messa alla prova...La Baba Jaga vuole essere sicura che colei che ha di fronte sia degna di ricevere la conoscenza e che sia una persona collegata in qualche modo alla stessa fonte invisibile che è sede del Potere magico.La bambola Mirtina è simbolo esteriore del collegamento della bambina a qualcosa di innato, di eterno e presente trasmessole dalla madre: la coscenza di una forza superiore che la protegge e la guida nelle difficoltà. Mirtina agisce chiedendo ad Anja di non risolvere i problemi direttamente ma di affidarsi a lei e  nutrire la sua interiorità (visitare prati fioriti , giocare con le farfalle...).
In cambio il potere che le appartiene lavorerà in suo favore e porterà a compimento la sua esistenza.
Di fronte alle impossibili prove poste dalla strega , Anja dimostra di avere quel qualcosa in più che le fa utilizzare le sue risorse profonde e magiche per risolvere i problemi . Allo stesso tempo la bambina rispetta  la presenza paurosa della donna cucinando per lei e servendola.
Quando viene invitata a fare domande ,Anja dimostra invece l'umiltà del non voler conoscere troppo rispetto a ciò che le è dato sapere,sceglie ancora una volta la via dell'occulto ,del non comprensibile almeno razionalmente.Per questo la Baba Jaga ancora una volta non la divora e comincia a scorgere in lei una potenzialità.
Trovo interessanti i colori dei tre cavalieri : bianco ,rosso e nero che ricorrono spesso nelle fiabe e rappresentano gli arcani elementi del tempo magico.Ricordo per es. la madre di Biancaneve che desidera una figlia con la pelle bianca come la neve,le labbra rosse come il sangue e i capelli neri come l'ebano.Oppure i tre volti della Dea  rappresentati dalle diverse fasi della Luna nella mitologia celtica.In questo caso i tre colori sono quelli del tempo della vita : fanciullezza e mattino,giovinezza e mezzogiorno,maturità e sera.
E Baba Jaga li possiede e li comanda tutti e tre sotto forma di tre cavalieri che con mani colorate la servono e l'accudiscono.In questo Baba Jaga è anche Signora del Tempo.Quindi Signora della morte e della vita, Signora delTempo, Signora della Conoscenza e figura di passaggio che trascina e costringe l'eroe al cambiamento ed alla conquista della sua individualità.Quando Anja è pronta e la strega soddisfatta di lei, la bambina può fare ritorno alla sua vecchia realtà.Questa volta però le viene donato qualcosa che una volta per tutte la libererà da ciò che la tiene prigioniera.La Baba Jaga dona alla bambina  il fuoco , una debole fiammella di candela come richiesto originariamente da Anja.
Ho trovato interessante anche la funzione della candela , la luce della conoscenza che illumina il nuovo cammino di Anja nella foresta e che prende vita indipendente eliminando con il fuoco distruttore tutto ciò che era il passato tragico della bambina liberandola completamente da ciò che la sua storia le aveva riservato.
A questo punto Anja desidera spontaneamente tornare dalla strega , riconoscendone l'intento salvifico seppur distruttore e violento.Ma al posto della strega troverà una figura di vecchia dolce e sggia che per ultima condurrà Ania al suo passaggio finale , alla sua realizzazione.Il femminile ha agito tutti i suoi poteri trasformandosi per accompagnare la bambina nella sua individuazione e nella sua realizzazione.
Credo che anche la figura della matrigna sia rappresentazione di questo inconsapevole movimento: è lei che ha l'idea di mandare Anja dalla strega, sperando così di liberarsene per sempre.Ma le qualità della bambina dimostreranno che sarà lei a vincere sulle avversità con l'aiuto terribile ma prezioso e vitale della BabaJaga.

lunedì 3 gennaio 2011

La Baba Jaga




C'era una volta,tanto tempo fa, nel cuore della fredda Russia,
una bambina.
Anja era una bambina fortunata, molto amata dalla sua
dolce e cara mamma.
Quando Anja era ancora piccola, la sua mamma le aveva cucito una bambolina di stoffa tenera e colorata,che Anja teneva sempre vicina e che dormiva con lei nel lettino.
Era una bambola magica...sapeva parlare e mangiava i pezzettini di pane nero che Anja le offriva...
Un brutto giorno però , la mamma di Anja si ammalò e poco dopo morì. Il padre si risposò ma la nuova moglie non era affatto ciò che il marito si aspettava: era cattiva, egoista e non poteva sopportare la vista della povera Anja ,mentre colmava di vizi e smancerie le sue due brutte figlie...
-Presto Anja , rammenda questo vestito! Fannullona che non sei altro..!
-Anja và a prendere nuova legna per il camino!
-Impasta il pane e inforna i dolci per la settimana!
Credi di meritarti il cibo senza far niente?
Questa era la cantilena quotidiana che accompagnava la povera bambina da mattina a sera , e non c'era mai nessuno a difenderla perchè il padre era sempre fuori casa per lavoro...ma Anja aveva un segreto:
ogni volta che la matrigna o le sorellastre le ordinavano di fare qualcosa di troppo pesante o davvero impossibile,parlava alla sua bambolina magica e le offriva un pezzetto di pane..
-Mirtina,(così si chiamava la bambola),avrei bisogno del tuo aiuto...questa volta non ce la posso proprio fare...non potresti aiutarmi ,cara Mirtina?
E Mirtina rispondeva
-C'è un bel prato fiorito ai piedi del bosco...le farfalle ti aspettano...vai a far loro un salutino...
E al suo ritorno , Anja trovava tutto fatto ,tutto in ordine, tutto in tempo!
Così passavano i giorni, i mesi, e Anja cresceva e diventava sempre più bella .E non rivelava a nessuno il suo segreto. Le sorellastre la osservavano invidiose e cercavano un modo per disfarsi di lei una volta per tutte..
La matrigna ebbe un'idea....Decise di mandare Anja a far visita alla Baba Jaga che abitava poco lontano, con la scusa di chiederle del fuoco per accendere la stufa spenta....Anja si spaventò.
-Non dalla Baba Jaga! -  disse -lo sanno tutti che mangia chiunque si avvicini alla sua casa orribile!E che pesta le ossa dei poveri malcapitati dentro quel tremendo mortaio!E che la sua casa ha zampe di gallina che corrono veloci come il vento e rincorrono chi si avvicina ...!Vi prego matrigna non mi mandate là, sarebbe la mia fine!
Ma la matrigna non volle sentire ragioni e costrinse Anja ad andare proprio là dove le faceva più paura .
-Mirtina ,aiutami tu - disse Anja alla sua bambola e Mirtina rispose:
-Non temere , Anja, portami con te ed abbi fiducia , non si sa mai quel che può accadere.
La mattina dopo ,Anja si incamminò sul sentiero che ,attraverso la foresta, portava alla mostruosa casa.
Dopo poca strada ,sentì scalpitare sopra di lei un enorme cavallo bianco: alzò lo sguardo e lo vide galoppare al volo completo di bianco cavaliere. Andava nella stessa direzione di Anja.
Dopo un pò di cammino, era ormai mezzogiorno,un altro cavallo fluttuò al galoppo sospeso a mezz'aria:questa volta era rosso come anche il suo scintillante cavaliere.
Verso sera,quando Anja cominciava ad intravvedere il tetto spaventoso della casa di Baba Jaga, un ultimo cavaliere con il suo cavallo,volò veloce sopra di lei:era nero come la notte.
Anja sollevò lo sguardo e...terrore!Ecco arrivare in volo nel suo enorme e macabro mortaio ,nientemeno che la Baba Jaga in persona!
-Che ci fa qui questa creatura?Si offre spontaneamente per diventare la mia cena?-  gracchiò la strega con la sua voce terribile...
-Sono Anja ,signora - balbettò la bambina- sono venuta a chiedervi gentilmente del fuoco...
La mia matrigna mi ha mandato da Voi per questo...
La strega la guardò per bene con il suo sguardo acuto ed impietoso e disse: 
-Se vuoi del fuoco dovrai guadagnartelo!Non sono abituata a regalare le cose alla gente!
Ho giusto appetito...Cucinami la cena! Vai!
Ed Anja si precipitò in casa stupita che Baba Jaga non l'avesse ancora divorata .
Cercò tutto quel che c'era in casa e preparò tutto il cibo che riuscì a trovare: fece torte salate,pasticci di carne e verdure,cucinò la frutta e ne fece un dolce squisito,impastò velocemente la farina con latte e burro e offrì alla strega anche delle belle frittelle dorate...e fece tutto da sola!
La strega mangiò e mangiò,come un pozzo senza fondo e alla fine si sentì pronta per andare a dormire.
-Mani , presto!
E tre paia di mani volteggianti,uno bianco,uno rosso e uno nero, sollevarono la strega e la infilarono sotto le coperte.
Il mattino dopo ,Baba Jaga disse ad Anja:
-Oggi dovrai pulire tutto il mio frumento e separare i chicchi dalla pula di scarto. Se non lo farai ,stasera mangerò te!
Salì nel suo mortaio gigante e volò via.
Anja aprì la porta del magazzino e restò impietrita: c'erano montagne di frumento enormi e tutte sul pavimento..un lavoro impossibile!
-Mirtina ,aiuto! Ho bisogno di te!Non riuscirò mai a pulire tutto questo frumento entro stasera...mi puoi aiutare?
Mirtina rispose - Poco lontano da qui ho visto un praticello  pieno di coccinelle e colmo di primule...perchè non vai a salutarle? E quando torni non dimenticarti di coglierne un mazzetto per la strega!
La bambina obbedì e quando tornò il lavoro era fatto .
Una montagna di chicchi da un lato e una montagna di pula dall'altro: una vera bellezza.
Quando Baba Jaga tornò non credette ai suoi occhi:
- Qui c'è qualcosa di strano,bambina. Come hai fatto a fare un lavoro impossibile?Devi essere molto fortunata...
-Si, Baba Jaga .La mia mamma mi amava molto.
-Capisco....bè,ora preparami la cena!
E Anja si dette da fare come non mai e cucinò ancora meglio della sera prima,contenta che la strega non l'avesse ancora mangiata. Dopo cena la strega chiamò le mani bianche,rosse e nere perchè la mettessero a letto e si addormentò. L'indomani Baba Jaga, salendo sul suo mortaio, ordinò ad Anja di separare i semi di papavero  dalla ghiaia del cortile. Anja guardò per terra e si sentì svenire...Tra la pietrine di ghiaia c'erano milioni di semini di papavero minuscoli e neri...un lavoro impossibile!
anche questa volta Mirtina aiutò la bambina e il lavoro fu perfetto!
-Qualcosa qui mi puzza proprio di strano...come hai fatto? Devi essere molto fortunata...-Disse la strega.
-Si, Baba Jaga. La mia mamma mi amava molto.
-Già, già.....visto che mi stai quasi simpatica ti concedo di farmi una domanda: cosa ti piacerebbe sapere , bambina?
-Vorrei sapere chi sono i cavalieri che ho visto volare verso la tua casa..
-Sono il mio mattino,il mio mazzogiorno e la mia sera.
Vuoi sapere altro?
-No grazie -disse Anja -per ora mi basta così.
-Bene,bene,bambina.Ancora una domanda e ti avrei mangiato!
Ora prendi il tuo fuoco,visto che te lo sei guadagnato.
Sei libera di andare ma...non scordarti di Baba Jaga!
La strga consegnò ad Anja una candela accesa e le aprì la porta per uscire. Come erano cambiate le cose...Ora nel buio della foresta ,Anja non aveva più paura  e la luce della candela illluminava potente  il suo cammino.
Arrivata a casa , le sorellastre accorsero in cortile:
-Dove sei stata? Perchè ci hai messo così tanto? Dovremo pensare ad un giusto castigo per insegnarti a non fare aspettare chi ti comanda!
Ma non appena la fiammella vide le sorellastre e la matrigna di Anja, diventò enorme e le invase completamente bruciando loro e  la loro casa . Non ci fu niente da fare.
Della casa non rimaneva più nulla ed Anja pensò che aveva proprio voglia di tornare dalla Baba Jaga per raccontarle tutto....
Ma quando pensò d'essere arrivata alla casa della strega, si accorse che la terribile dimora non c'era più: al suo posto una minuscola casetta e al suo interno una dolce vecchina.
-Posso restare con te , nonnina?  Non ho più un posto dove andare .
So filare e se mi procuri un pò di lino lo venderemo filato al mercato...La nonnina fu felice di aver trovato una nipotina e con i pochi spiccioli rimasti comprò del lino da far filare ad Anja.
Mirtina aiutò Anja a filare il lino più fine e delicato che si fosse mai visto,tanto che al mercato nessuno poteva permettersi un simile lusso e mandarono la nonnina direttamente dallo Zar.
-Non ho mai visto niente di simile.Questo è un lavoro impossibile!
-Vi giuro maestà che la fanciulla che lo ha tessuto esiste davvero ed è bella come qesto lino!
Lo Zar mandò a chiamare Anja e quando la vide se ne innamorò.
-Fileresti una camicia per me?
-Certo Maestà.
Anja tessè una camicia magnifica con l'aiuto di Mirtina e quando tornò al palazzo,tutto era già pronto per le nozze più fastose mai viste.
-Cara Anja, mi sposeresti? Sarei onorato di averti qui a palazzo con me e di dividere con te il mio regno!
Anja accettò e da quel giorno visse nel più grande splendore che si possa immaginare.
Ma non rivelò mai a nessuno il suo segreto.



la casa di Baba Jaga aveva zampe di gallina...
leggi : Premessa e Riflessoni su La Baba Jaga